Tuesday, December 12, 2006

Popolarità del cosiddetto "nu-jazz"!
Il caso Mario Biondi


Quanto sono popolari le proposte del cosiddetto "nu-jazz" [dalle sonorità più o meno elettroniche, più o meno rétro]?

La domanda - non inutile - trova nuova attualità dal momento che la recensione su AllAboutJazz Italia del disco del cantante catanese Mario Biondi

http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=988

è in pochissimi giorni schizzata in cima alla classifica delle recensioni più lette

E qualche anno fa una cosa analoga era successa con l'intervista a Nicola Conte [che tra l'altro incideva per la stessa etichetta, la Schema], che è rimasta per tanto tempo l'articolo più letto della storia di AllAboutJazz Italia

Ora, senza voler fare delle generalizzazioni che lasciano ovviamente il tempo che trovano, è comunque interessante notare come questo tipo di proposta incontri un vasto interesse da parte dei lettori - e teniamo conto che la recensione in questione non è particolarmente elogiativa, sollevando anche qualche questione di carattere generale.

Che riflessioni, dunque?

Che tipo di pubblico raggiunge questa scena musicale? Allarga i confini del "jazz" a un pubblico più vasto? Spinge poi questo pubblico ad approfondire con altri ascolti?

[Ad esempio chi compra il disco di Biondi è poi spinto a comprare un disco, che ne so, di Lou Rawls o di Johnny Hartman e poi magari uno di Mingus o di Coltrane o di Lee Morgan?]

Gli interrogativi, interessantissimi e da sviluppare, restano aperti...

A riparlarne!

4 comments:

Salsa said...

O jazz está com crise de identidade. Atualmente, busca-se uma infinidade de elementos musicais (alguns altamente questionáveis) para atender a demanda neurótica de uma "nova" linguagem jazzística. Aconselho ir devagar. A exigência de algo novo pode se tornar uma tirania. Aguardemos: do meio desse universo experimental talvez surja algo audível.

ropie said...

ti dirò, per quel che riguarda l'interrogativo che poni alla fine: al jazz privo di suffissi mi sono avvicinato grazie all'acid jazz (che a dire il vero era molto meno fighetto e patinato dell'attuale "nu") che imperversava una dozzina di anni fa. Speriamo che anche Conte e compagnia sortiscano gli stessi effetti, ma, visti i tempi che corrono, non me la sento di essere così ottimista...

Unknown said...

Ciao a tutti, sono zero e personalmente il disco di Biondi mi è piaciuto...ma come mi piacciono anche gli US3..., tanto che l'ho postato nel mio "little music corner"; suffissi o meno se si è poliascoltatori (nel senso di generi musicali) il problema non si pone....dipende dalla propria sensibilita' e curiosità personale spingersi in altri campi indipendentemente dalle recensioni buone o meno della "stampa qualificata" (sic!). A proposito di Schema Rec. avete mai sentito The Invisible session?

Enrico Bettinello said...

Ciao Zero,

delle Invisible Sessions abbiamo parlato direttamente con Luciano Cantone dela Schema, ti linko qui l'articolo:

http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=413